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Bimillenario Augusteo

 

 

 

Bimillenario augusteo (23.9.1937 -19.8.2014)

Da qui a tre mesi saranno celebrati (intendendo dire, dalle pubbliche autorità) i duemila anni dalla morte del primo Imperatore romano; i duemila anni dalla nascita furono celebrati nel secolo scorso, nel settembre 1937.

Un bimillenario, l’attuale, che si preannuncia, almeno a nostro parere, se non proprio in sordina comunque alquanto fiaccamente (mostre e giochi di luce a parte).

Qualcuno, infatti, si chiederà: - ma con i tempi che corrono, con tutti i problemi che abbiamo: la crisi, le vicende politiche nazionali, le tasse, l’euro, e chi più ne ha più ne metta, a chi volete che importi il ricordo della morte di un personaggio così lontano nel tempo e che, forse, non sappiamo chiaramente chi fosse e che cosa abbia fatto –.

Ragionamento apparentemente sensato. Infatti a chi può interessare la lunga vicenda storica iniziata tanto tempo fa da un giovanotto neanche ventenne ? Eppure …

Eppure quel ragazzetto originario di Velletri, dall’aspetto delicato e di salute cagionevole, che in famiglia chiamavano scherzosamente Turino, pronipote, per parte di madre, di Giulio Cesare, riuscì a mettere nel sacco, uno dopo l’altro, i più importanti marpioni del suo tempo, gente del calibro di Cassio Longino, Giunio Bruto, Cicerone, Sesto Pompeo, Marco Antonio, Cleopatra, divenendo l’”Augusto”, il grande Imperatore, anzi il fondatore dell’Impero di Roma e Padre della Patria, governando ininterrottamente per più di quaranta anni e ordinando, fra le tante altre cose, la costruzione di città, strade, ponti e acquedotti.

Qualcuno ancora si porrà la domanda: - ma con la Rustica tutto questo che c’entra ? – Nulla di particolare, se si eccettua l’inaugurazione nell’anno 19 a.C., nono del principato augusteo, di quella cosuccia di poco conto che è l’Acquedotto Vergine, a quei tempi l’unica condotta realizzata in sottosuolo che, partendo da Salone (quindi da casa nostra), raggiungeva dopo una quindicina di chilometri il centro di Roma dissetando decine di migliaia di cittadini dell’Urbe e che, a distanza di venti secoli, con una funzionalità stupefacente, scendendo dal Pincio alimenta ancora la “Barcaccia” di Piazza di Spagna, la Fontana di Trevi e le due fontane di Piazza Navona.

Altri tempi, altra visione delle cose, altro spessore e, soprattutto, altri politici, abissalmente distanti da molti di quelli attuali incapaci anche di riattivare una fontanella pubblica o di ripristinare un viottolo di periferia.


D’altra parte così va il mondo. Dopo venti secoli di storia questo passa il convento. Comunque…ave Imperator!

 

 

 

 

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